Lotar mi guarda e fa un “arf” interrogativo: nella lingua di un Cane pastore dell’Asia Centrale sta chiedendo: “ checazzocifaunovestitodaciclis taconlescarpeinmanoalle6dimatt ina? neldubbiononlolasciousciredalc ampeggio”
AfrBaurrrrrgghhhhArf
AfrBaurrrrrgghhhhArf
Guardo Lotar: guardo le montagne e la cascata di zompo lo schioppo illuminata dal primo sole, impugno la bici, prego che
Lotar mantenga un certo distacco, faccio due passi
ArffffBaubaubauArfbau (“neno,
quercosobuffodecarboniomelomag nocomeantipasto”)
Il padrone del campeggio esce e richiama
Lotar, io passo sorridendo “simpaticissimo Lotar, non doveva preoccuparsi” , monto in bici con la miglior nonchalance e mi do alla fuga
Sono le 6 e 10, sono a Morino, la rando di Capistrello parte come da nome a Capistrello che dista 19 km dal campeggio: negli ultimi briefing con Nic Melk e Anto mi sono venduto un appuntamento alle 6,40: la vecchia statale Sora-Avezzano è vuota, bella ma tragicamente in leggera ma costante salita: arrivo alla partenza trafelato alle 7, mi iscrivo, i Diavoli arrivano anche loro dopo aver svuotato il buffet colazione dell’Hotel De Meis
Prima di partire Sergio ci chiede di entrare nel
Diavolo Rosso: supera la prova d’ammissione alla squadra facendo
crollare sul marciapiede la sua bici e la Pinarello di
Nic, che mantiene un distacco anglosassone: ok Sergio, welcome to the team, lo stile è quello giusto
Il menu del giorno prevede 200 km tra Marsica e
Parco Nazionale d’Abruzzo, 3000 m di dislivello e panorami splendidi. Un
centinaio i ciclisti al via, giusto omaggio allo sforzo organizzativo
di Rolando e dell’Audax
Capistrello. Si va dal randonneur esperto a granfondisti
con le ruote in carbonio. Al via anche due tandem con atlete non
vedenti, che faranno trenate incredibili nei tratti in piano e discese
da brividi.
L’idea è di andare insieme fino al controllo di
Pescina per poi trovare ognuno il suo passo in salita: ci godiamo la
tranquillità della piana e la maestà delle montagne intorno, cazzeggiamo
il giusto, Sergio e Anto si scoprono quasi
compaesani. Cappuccino e cornetto e infiliamo la Valle del Giovenco
con una trentina di altri ciclisti i o meno affiatati: il gruppo si
sgrana quando inizia la prima grossa salita di giornata, che ci porterà
ai 1200 m dell’Olmo di
Bobbi: strada senz’auto, bei panorami, pale eoliche.
Nic si mette in modalità randonneur-baronetto. La gamba gira bene, qualche foto al passo e ci lanciamo in discesa verso Cocullo e Anversa degli Abruzzi:
vediamo per la prima volta sfrecciare il tandem di Rolando e Lucia, in due curve disegnate alla
Nibali li perdiamo di vista.
Anversa degli Abruzzi è la porta di accesso alle
gole del Sagittario, strada stretta tra le gole e dominata dal nido
d’aquila di Castrovalva (“c’è una strada che ci arriva, dura e stretta
tra le rupi, passa una galleria scavata nella roccia
e sei paese” mi dice Rolando), l’acqua nelle gole e poi nel lago
di Scanno è altissima, pedaliamo tranquilli ma a un’ottima andatura: a
Scanno qualcuno si ferma al bar, noi decidiamo di tirare dritto cercando
una fontanella che ci hanno indicato“ a 500 m sulla strada per
Passo Godi”: dopo molti km, arsi dalla sete, arriviamo
alla statua di GPII e finalmente riempiamo le borracce: la salita di
Passo Godi è lunga ma molto pedalabile, aperta su una vallata molto
ampia prima di impennarsi brevemente tra
gli alberi
Arriviamo su bene, tentando anche lo sprint per il
GPM. Al rifugio del Passo ci rifocilliamo, incrociamo gli altri ciclisti
(tra loro Marco Spak64, altra colonna dei ciclomobilisti sportivi) e
Sergio che ha fatto il tragico errore di seguire il leggendario signor
Nunziato, randonneur di 78 anni e vera "roccia d'Abruzzo" che abbiamo
visto in azione alla Rae: Sergio mi confessa che non riuscendo a tenerlo
sulla salita del passo ha usato l'escamotage di farlo chiacchierare per
rallentarlo.
Panino e cola e siamo pronti alla discesa verso
Villetta Barrea, rapida e con alcuni tornanti tecnici: bellissimo tuffo
verso il cuore del Parco Nazionale, funestata da un paesano che stringe
Fabio strombazzando, sorpassa me in una curva stretta e fa il pelo al
gruppetto che è subito davanti a noi.
Smadonnato il giusto, attraversiamo Villetta
Barrea: mi fermo per riempire una borraccia e sentire la famiglia (a
spasso per i monti) e perdo il gruppo: ne approfitto per qualche km in
solitaria nella strada del parco. Prima della Val Fondillo raggiungo il
gruppo che pedala in fila perfetta, dando anche qualche cambio avanti:
uno sguardo verso Opi e attacchiamo la salita di Forca d'Acero: il
gruppo esplode, ognuno alla sua andatura, questa è l'ultima salita
impegnativa prima del tuffo verso Sora. Gli ultimi km della salita sono
meravigliosi, nel bosco fittissimo ancora pieno di neve. Il tempo in
qualche modo sta tenendo.
A Forca d'Acero
ristoro e controllo a sorpresa, trionfo di crostata, foto a gogo e
aggiornamenti su whatsapp con Nic che, dopo aver svuotato tutte le
pasticcerie di Scanno, ha raggiunto Passo Godi.
Ci tuffiamo verso Sora, 30 km di picchiata
inebriante con la strada a balcone sulla Val Comino e, soprattutto,
senz'auto (ci supererà solo un vespino smarmittato): unica
preoccupazione, l'inteminabile falsopiano da Sora a Capistrello,
servirebbe un bel passistone cui succhiare la ruota: bingo, passa il
tandem di Rolando e Lucia, un treno perfetto al ritmo giusto. Ormai
pregustiamo il pasta party quando arriva l'immancabile foratura di Melk:
cambio camera d'aria, colluttazione con la pompa, seconda colluttazione
con una Zefal difettosa, preghiera del ciclista e ripartiamo verso il
meritato trionfo di pasta, birra e crostata di Capistrello.
Resoconto generoso e ricco di colori. Grazie Dorizio. L'anno scorso l'ho fatto con Nic: nostalgia!
RispondiEliminaCiao.
Paolo
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaBellissimo resoconto per una bellissima giornata con una bellissima compagnia!!
RispondiEliminaGrazie a tutti!!
Marco
Ma avete anche pedalato o solo mangiato ?
RispondiEliminaComplimenti comunque 200 so' sempre 200 !
ciao
marco
Grandi ragazzi!!! ma più grande di tutti Nic, che ha colto il meglio dela rando: la pasticcerie di Scanno e il maestoso pan dell'orso!!
RispondiEliminaadoro il mio abruzzo, adoro pedalarlo, adoro tutti quelli che lo adorano alla mia stessa maniera. ciao Dor Fab Nic Ale, alla prox!!!
RispondiEliminaSergio