martedì 14 maggio 2013

Randonée di Capistrello 200km

Lotar mi guarda e fa un “arf” interrogativo: nella lingua di un Cane pastore dell’Asia Centrale sta chiedendo: “checazzocifaunovestitodaciclistaconlescarpeinmanoalle6dimattina?neldubbiononlolasciousciredalcampeggio”
AfrBaurrrrrgghhhhArf
Guardo Lotar: guardo le montagne e la cascata di zompo lo schioppo illuminata dal primo sole, impugno la bici, prego che Lotar mantenga un certo distacco, faccio due passi
ArffffBaubaubauArfbau (“neno, quercosobuffodecarboniomelomagnocomeantipasto”)

Il padrone del campeggio esce e richiama Lotar, io passo sorridendo “simpaticissimo Lotar, non doveva preoccuparsi” , monto in bici con la miglior nonchalance e mi do alla fuga

Sono le 6 e 10, sono a Morino, la rando di Capistrello parte come da nome a Capistrello che dista 19 km dal campeggio: negli ultimi briefing con Nic Melk e Anto mi sono venduto un appuntamento alle 6,40: la vecchia statale Sora-Avezzano è vuota, bella ma tragicamente in leggera ma costante salita: arrivo alla partenza trafelato alle 7, mi iscrivo, i Diavoli arrivano anche loro dopo aver svuotato il buffet colazione dell’Hotel De Meis

Prima di partire Sergio ci chiede di entrare nel Diavolo Rosso: supera la prova d’ammissione alla squadra facendo crollare sul marciapiede la sua bici e la Pinarello di Nic, che mantiene un distacco anglosassone: ok Sergio, welcome to the team, lo stile è quello giusto

Il menu del giorno prevede 200 km tra Marsica e Parco Nazionale d’Abruzzo, 3000 m di dislivello e panorami splendidi. Un centinaio i ciclisti al via, giusto omaggio allo sforzo organizzativo di Rolando e dell’Audax Capistrello. Si va dal randonneur esperto a granfondisti con le ruote in carbonio. Al via anche due tandem con atlete non vedenti, che faranno trenate incredibili nei tratti in piano e discese da brividi.

L’idea è di andare insieme fino al controllo di Pescina per poi trovare ognuno il suo passo in salita: ci godiamo la tranquillità della piana e la maestà delle montagne intorno, cazzeggiamo il giusto, Sergio e Anto si scoprono quasi compaesani. Cappuccino e cornetto e infiliamo la Valle del Giovenco con una trentina di altri ciclisti i o meno affiatati: il gruppo si sgrana quando inizia la prima grossa salita di giornata, che ci porterà ai 1200 m dell’Olmo di Bobbi: strada senz’auto, bei panorami, pale eoliche. Nic si mette in modalità randonneur-baronetto. La gamba gira bene, qualche foto al passo e ci lanciamo in discesa verso Cocullo e Anversa degli Abruzzi:  vediamo per la prima volta sfrecciare il tandem di Rolando e Lucia, in due curve disegnate alla Nibali li perdiamo di vista.

Anversa degli Abruzzi è la porta di accesso alle gole del Sagittario, strada stretta tra le gole e dominata dal nido d’aquila di Castrovalva (“c’è una strada che ci arriva, dura e stretta tra le rupi, passa una galleria scavata nella roccia  e sei paese” mi dice Rolando), l’acqua nelle gole e poi nel lago di Scanno è altissima, pedaliamo tranquilli ma a un’ottima andatura: a Scanno qualcuno si ferma al bar, noi decidiamo di tirare dritto cercando una fontanella che ci hanno indicato“ a 500 m sulla strada per Passo Godi”: dopo molti  km, arsi dalla sete, arriviamo alla statua di GPII e finalmente riempiamo le borracce: la salita di Passo Godi è lunga ma molto pedalabile, aperta su una vallata molto ampia prima di impennarsi brevemente tra gli alberi

Arriviamo su bene, tentando anche lo sprint per il GPM. Al rifugio del Passo ci rifocilliamo, incrociamo gli altri ciclisti (tra loro Marco Spak64, altra colonna dei ciclomobilisti sportivi) e Sergio che ha fatto il tragico errore di seguire il leggendario signor Nunziato, randonneur di 78 anni e vera "roccia d'Abruzzo" che abbiamo visto in azione alla Rae: Sergio mi confessa che non riuscendo a tenerlo sulla salita del passo ha usato l'escamotage di farlo chiacchierare per rallentarlo. 
Panino e cola e siamo pronti alla discesa verso Villetta Barrea, rapida e con alcuni tornanti tecnici: bellissimo tuffo verso il cuore del Parco Nazionale, funestata da un paesano che stringe Fabio strombazzando, sorpassa me in una curva stretta e fa il pelo al gruppetto che è subito davanti a noi.
Smadonnato il giusto, attraversiamo Villetta Barrea: mi fermo per riempire una borraccia e sentire la famiglia (a spasso per i monti) e perdo il gruppo: ne approfitto per qualche km in solitaria nella strada del parco. Prima della Val Fondillo raggiungo il gruppo che pedala in fila perfetta, dando anche qualche cambio avanti: uno sguardo verso Opi e attacchiamo la salita di Forca d'Acero: il gruppo esplode, ognuno alla sua andatura, questa è l'ultima salita impegnativa prima del tuffo verso Sora. Gli ultimi km della salita sono meravigliosi, nel bosco fittissimo ancora pieno di neve. Il tempo in qualche modo sta tenendo.

A Forca d'Acero ristoro e controllo a sorpresa, trionfo di crostata, foto a gogo e aggiornamenti su whatsapp con Nic che, dopo aver svuotato tutte le pasticcerie di Scanno, ha raggiunto Passo Godi.
Ci tuffiamo verso Sora, 30 km di picchiata inebriante con la strada a balcone sulla Val Comino e, soprattutto, senz'auto (ci supererà solo un vespino smarmittato): unica preoccupazione, l'inteminabile falsopiano da Sora a Capistrello, servirebbe un bel passistone cui succhiare la ruota: bingo, passa il tandem di Rolando e Lucia, un treno perfetto al ritmo giusto. Ormai pregustiamo il pasta party quando arriva l'immancabile foratura di Melk: cambio camera d'aria, colluttazione con la pompa, seconda colluttazione con una Zefal difettosa, preghiera del ciclista e ripartiamo verso il meritato trionfo di pasta, birra e crostata di Capistrello.
Stei tiuned, domenica prossima Alfettone sfida la Novecolli

6 commenti:

  1. Resoconto generoso e ricco di colori. Grazie Dorizio. L'anno scorso l'ho fatto con Nic: nostalgia!
    Ciao.
    Paolo

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Bellissimo resoconto per una bellissima giornata con una bellissima compagnia!!

    Grazie a tutti!!

    Marco

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  4. Ma avete anche pedalato o solo mangiato ?

    Complimenti comunque 200 so' sempre 200 !

    ciao
    marco

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  5. Grandi ragazzi!!! ma più grande di tutti Nic, che ha colto il meglio dela rando: la pasticcerie di Scanno e il maestoso pan dell'orso!!

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  6. adoro il mio abruzzo, adoro pedalarlo, adoro tutti quelli che lo adorano alla mia stessa maniera. ciao Dor Fab Nic Ale, alla prox!!!
    Sergio

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