giovedì 28 novembre 2013

       La Fava Sabrina      




Per quanto possa sembrare strano la Sabina ha una tradizione gastronomica legata alla cucina del pesce che non ci si aspetterebbe. La Sagra del Pesce di Poggio S.Lorenzo e quella del Polentone al sugo di baccalà di Castel di Tora non sono che due piccoli esempi. Difatti moltissimi ristoranti, oltre al consueto menù di terra offrono un menù di pesce nondimeno ricco. Il Diavolo Rosso questo lo sa. 
Partenza quindi con il regionale 22011, tutti in carrozza appassionatamente. 
Nel pieno rispetto del sentimento anarchico del gruppo :
Paolo -------> 

sale sul primo vagone,
Nic ------> 
a metà treno,
Melk ------> 
sull'ultimo vagone dove incontrerà l'ultimo partecipante 
Alfettone -----> 

Il giro democraticamente deciso prevede : Passo Corese, Nazzano, Poggio Mirteto scalo, Castelnuovo di Farfa, Osteria Nuova e arrivo al ristorante "Ristorante" di Borgo Quinzio sulla Salaria vecchia. 
Costeggiamo quindi ad andatura moderata la Riserva naturale Tevere-Farfa tra dolci saliscendi e affrontiamo con calma la lunga salita di Castelnuovo, finchè due pastori abbruzzesi incazzatissimi decidono di farci aumentare il ritmo. 
Al bivio di Poggio Nativo il Demone Rosso ci dice di tentare una nuova e inesplorata via. 
Attraversiamo il piccolo paese e ci buttiamo in discesa in una stradina tra i boschi. La discesa al 20% è un tragico presagio della salita che ci aspetta, anche questa al 20%. Le ruote scivolano sull'asfalto bagnato e ci costringono a rimanere in sella e affrontare stoicamente questa rampa di circa un km.
Ne usciamo ovviamente vincitori e con la giusta dose di appetito. 
Ci dirigiamo sulla Salaria vecchia dove incontriamo Giancarlo diretto a Rietì. Opportuni e calorosi saluti tra noi e ci rassicura sulla funzionalità del ristorante, quindi riprendiamo con brio questa volta, la meta è vicina.
Finalmente giunti, dato che la temperatura era mite e il nostro abbigliamento adeguato (tenuta semi estiva il 17 novembre) optiamo per il tavolo all'esterno baciato dal sole a fianco delle nostre specialissime. 
La scelta del menù non è semplice ma sono cose su cui è difficile litigare: 
  1. Insalata di mare 
  2. Soutè di cozze
  3. Frittura di moscardini
  4. Tonnarelli con mezzo astice
  5. Frittura mista di totani, calamari e paranza. 
L'attesa non è lunga ma già prima dell'antipasto ci eravamo sparati un litrozzo di vino locale, altre due brocche e generose dosi di amaro\grappa\liquorino completano il pasto.
A quel punto le gambe sono pesanti e lo sterzo paurosamente leggero, dobbiamo fare solo 6 km di discesa per tornare alla stazione ma ci rendiamo conto che occorre una accortezza particolare per evitare di finire per terra. 
Il clima è euforico, le difese di Paolo che si era contenuto nei beveraggi sono crollate di fronte ad un liquore ai frutti di bosco e quando una signora in attesa del treno ci vede e riconosce in noi la medesima passione del proprio figliolo, Paolo getta la maschera e si dichiara ufficialmente ubriaco fradicio coinvolgendo anche noi nella medesima situazione. La signora cambia espressione e si rifugia in una carrozza molto distante. 
Il ritorno in treno è a tutta chiacchiera e cazzeggio, occorre solo mantenere sveglio Nic per evitare che salti la sua fermata e finisca a Ponte Galeria senza più bici ed effetti personali. 
A questa pedalata+magnata ne seguiranno altre a beneficio degli assenti (giustificati) e di tutti noi.