giovedì 23 maggio 2013

La mia prima Nove Colli


Il mio esordio alla 9colli non è iniziato per il meglio. Venerdì mattina mi sveglio con un occhio tumefatto unitamente al mega raffreddore che già da tre giorni mi perseguitava. L'occhio mi dava un fastidio micidiale, completamente rosso-giallastro non riuscivo a tenerlo aperto e la cosa peggiorava in condizioni di forte luce e vento e questo nel ciclismo è un problema non da poco. Quindi non c'era altra soluzione che...fottersene. Arrivo a Cesenatico venerdì in serata e appena lasciata l'autostrada si contano più ciclisti che macchine e avvicinandomi al lungomare il traffico di bici da corsa era impressionante. Ricca cena e ricca dormita dopodichè dato che l'occhio nonostante la pomata continuava a darmi problemi invece di andare a sgambare mi sono spaparanzato in spiaggia (evvabbè) aspettando l'ora di pranzo per fare il carico di glicogeno (si dice così quando uno vuole magnà), mentre tutti gli altri ciclisti che affollavano il mio albergo si azzuffavano davanti al buffet delle insalate. Che tristezza. Nel pomeriggio mi raggiungono Vittorio, Carlo e Gianni e mi portano alla fiera. C'era di tutto, dal lavaggio bici al biomeccanico e una serie di stand che vendevano a prezzi da rapina tanto che ho faticato per trovare un paio di guantini a un prezzo normale. Comunque uno spettacolo tutte quelle bici e tante persone, alcune di loro gnocche. Alcuni avevano già indossato il pettorale e immagino anche il chip a questo punto. In un bar incontriamo Savoldelli e Vittorio e Gianni sfoggiando una delle migliori facce da culo riescono a strappargli una foto insieme.
L'atmosfera è fantastica, il sabato sera con l'arrivo degli ultimi ciclisti non c'è spazio per altro, si sentono cuscinetti ticchettare ad ogni angolo. 


Inizia la sfida più grande : la sveglia alle 4:30. Vado a fare colazione putrido così come ero andato a dormire e mi faccio un caffè doppio e un cornetto, per le mie abitudini è pure troppo. Risalgo in camera per sganciare e vestirmi (il tutto rigorosamente al buio per non svegliare la family), esco con la bici dalla stanza e...cazzo inizia da qui la griglia ??? Le scale e la hall erano intasate da bici e ciclisti. Mi presento alle 5:20 all'appuntamento sul lungomare e vedo sfilare centinaia di bici, che spettacolo un alba così.
 Incontro Vittorio che mi racconta di una notte di svomitazzate e di una tentata rinuncia prontamente sventata da Gianni e Carlo, il mio occhio invece è migliorato ma sento segnali addominali non proprio rassicuranti e che stavo sottovalutando. Difatti mentre ero in griglia (la gialla) a cazzeggiare con gli amici si materializza l'incubo del ciclista: La Sbratta !!! Tento di ignorarla ma le puncicate sono troppo insistenti e dopo avere troppo indugiato vedo un cesso chimico, lancio la bici addosso ad un albero e mi ci fiondo. Il risultato mi appaga ma inizio a sentire rumore di tacchette che si agganciano, cazzo si parte ! Mi fiondo di fuori mezzo ignudo e raggiungo gli altri che mi stavano aspettando (e maledicendo) e salgo in sella con una leggerezza d'animo e di corpo mai provata, ogni malanno è scomparso c'è solo adrenalina.



 Pedale agganciato e via, anzi no. Passaggio a livello chiuso (mavaffanculovà), sopportiamo questa situazione grazie a una opulenta ciclista che procedeva passo passo con la punta della sella piantata nel culo e non si poteva rimanere indifferenti senza confrontarsi a chi partoriva l'oscenità più greve. Si riparte sul serio e Gianni si smaterializza, lo cerchiamo ma non lo troviamo più, malignamente pensiamo che sarà 200mt dietro a controllarci per passarci ai -2 dal traguardo con un ghigno beffardo. Al primo colle di Pieve di Sogliano mi rendo conto di quanto sia vario il mondo ciclistico, tra gente mal messa e male organizzata che pedala in scioltezza e iperdepilati con bici costosissime montate al top e con completi che costano quanto la bici mia annaspare miseramente allo stesso ritmo del vuuum vuuum delle loro ruote alto profilo da qualchemilaeuri. Il mio obiettivo dichiarato da subito era di passare una vacanza di sole, mare e grigliate di pesce e vabbè anche di bici in compagnia degli amici in un contesto unico come solo la nove colli può offrire, e questo è lo spirito vincente dato che a meno di partire nella prima griglia è impossibile fare una gara vera perchè il traffico di bici è tale che anche se ne hai da vendere non riesci a passare. Io sono finito due volte nell'erba per trovare un varco e a un certo punto in discesa due mi si sono accartocciati davanti e sono riuscito a frenare fin ad arrivargli a un palmo dalle gengive con la ruota mentre un terzo ha avuto il buon gusto di scatafrasciarsi a bordo strada. Nel misto resto insieme a Vitto e Carlo mentre nei tratti duri ho voglia di spingere in modo da avvantaggiarmi ai ristori che ho onorato al meglio ma ho dovuto farmi una violenza per non fermarmi all'abusivo che riforniva di salsicce e sangiovese, ma era troppo vicino agli altri e non era il caso di esagerare coi ristori tanto c'era quello dopo il Barbotto che era obbligatorio. Arriviamo (quasi) tutti insieme a Mercato Saraceno per l'ultimo colle : il Barbotto appunto. Ognuno del suo passo saliamo, è difficile passare tra i ciclisti che sbarellano, quelli a piedi e quelli che non riescono a ripartire e la salita è sempre più aspra, 10-11-12-15-18% ma non mollo nonostante la bici si impenni ad ogni pedalata e quando inizio a sentire il tunz tunz della musica e lo speaker incitare i concorrenti la stanchezza svanisce.

 Quando passi sopra il tappetino ti senti come il giorno che sei andato a vedere i quadri a scuola e sei stato promosso. Da li inizia la discesa e l'unico problema era il vento laterale fortissimo che ci ha frustato per tutto il tempo ma ormai era fatta ed è bastato rimanere nei gruppi che raggiungi o ti passano e ti portano all'arrivo. L'ingresso a Cesenatico è commovente e il rettilineo finale tra ali folla urlante è la materializzazione di quel piccolo sogno che facciamo ogni volta che vediamo i nostri beniamini passare sotto il traguardo, ma a noi della classifica non ce ne importa niente siamo già appagati dall'esserci. A testimonianza di questo Vittorio e io in un impeto di euforia abbiamo rischiato lo schianto sul traguardo nell'abbracciarci. 

Il meritato premio: Risotto alla pescatora, Fusilli alla boscaiola, Maccheroncini al ragù, Piadina con salsiccia e pagnottella alla mortazza per mandare giù il terzo boccale di vino, quello per inzupparci i dolcetti per intendersi. Ah e ci hanno dato pure una medaglia (non da mangiare però). 














Le pagelle : 
Gianni – Biciingiro: 7 (annate...corete...fatecomecazzoveparemanonmerompetelicojoni) Premio Un Uomo tutto d'un pezzo.
Vittorio – Vrosso : 8 (Vengo, non vengo, anzi vengo ma me ne sto in disparte, anzi non vengo, ok vengo) Premio miglior Conato 2013. 
Carlo – Lentomatosto : 8 (più piano...non più veloce...nun je la faccio...ciò li crampi...lasciatemi qui..) Premio Chiagni & Fotti. 




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